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Nucleo generatore di San Vito Lo Capo è l’attuale Santuario, antica fortezza saracena che nell’arco dei secoli ha subìto numerosi interventi edilizi. La prima costruzione, realizzata intorno al ’300, fu una piccola cappella dedicata a San Vito martire, patrono del borgo marinaro. Secondo la leggenda il giovane Vito (nato in realtà a Mazara del Vallo), dopo essersi convertito al Cristianesimo, fu costretto ad abbandonare il paese per sottrarsi alle persecuzioni dell’imperatore Diocleziano. Venne accompagnato dalla nutrice Crescenza. Nella fuga disperata Vito, appena ventenne, trovò la morte a causa di una frana che seppellì il paesino presso cui il giovane e la sua nutrice avevano cercato riparo. Sempre secondo il mito Santa Crescenza, voltandosi a guardare la città che crolla, divenne pietra nello stesso punto dove adesso sorge la cappella, alla quale ancora oggi gli abitanti del luogo attribuiscono poteri magici.

Col tempo crebbe la fama della chiesa e dei “miracoli” attribuiti al martire Vito e a Santa Crescenza e così, per accogliere i numerosi fedeli che arrivavano in pellegrinaggio – e soprattutto per difenderli da ladri e banditi – l’originaria costruzione andò trasformandosi in una fortezza/alloggio. Tale realizzazione risale alla fine del ’400. Nel frattempo aumentavano i pericoli di incursioni di pirati barbareschi, così lungo le coste dell’Isola cominciarono ad essere edificate numerose torri di avvistamento. Anche il Santuario si munì di una torre. All’inizio del ’700 iniziarono a comparire le prime case tutto intorno all’edificio. Alla fine dello stesso secolo, attorno alla chiesa esisteva già un piccolo nucleo di abitazioni. Nasceva così San Vito Lo Capo. Nell’arco dei secoli, la cittadina ha accolto esploratori, viaggiatori e persino commissari governativi che, mossi da curiosità, interessi culturali o militari, misero a punto meticolose ed interessanti descrizioni sulla geografia dei luoghi visitati. La Cittadina.

Distante da Trapani circa 39 chilometri e da Palermo circa 100 Chilometri. A 6 metri sul livello del mare, San Vito Lo Capo, con le frazioni di Macari e Castelluzzo, conta circa 3.900 abitanti (2600 San Vito Lo Capo, 300 Macari, 1000 Castelluzzo). Addentriamoci in questa vivace cittadina fatta di sole e mare ma anche di storia e monumenti.

Nucleo generatore di San Vito Lo Capo è l’attuale Santuario, antica fortezza saracena che nell’arco dei secoli ha subìto numerosi interventi edilizi. La prima costruzione, realizzata intorno al ’300, fu una piccola cappella dedicata a San Vito martire, patrono del borgo marinaro. Secondo la leggenda il giovane Vito (nato in realtà a Mazara del Vallo), dopo essersi convertito al Cristianesimo, fu costretto ad abbandonare il paese per sottrarsi alle persecuzioni dell’imperatore Diocleziano. Venne accompagnato dalla nutrice Crescenza. Nella fuga disperata Vito, appena ventenne, trovò la morte a causa di una frana che seppellì il paesino presso cui il giovane e la sua nutrice avevano cercato riparo. Sempre secondo il mito Santa Crescenza, voltandosi a guardare la città che crolla, divenne pietra nello stesso punto dove adesso sorge la cappella, alla quale ancora oggi gli abitanti del luogo attribuiscono poteri magici.

Col tempo crebbe la fama della chiesa e dei “miracoli” attribuiti al martire Vito e a Santa Crescenza e così, per accogliere i numerosi fedeli che arrivavano in pellegrinaggio – e soprattutto per difenderli da ladri e banditi – l’originaria costruzione andò trasformandosi in una fortezza/alloggio. Tale realizzazione risale alla fine del ’400. Nel frattempo aumentavano i pericoli di incursioni di pirati

Di particolare interesse sono: il Torrazzo, il Santuario ed il tempietto di Santa Crescenza, tutti in stile arabo-normanno. A pochi passi da piazza Santuario troviamo via Savoia, il centro storico che porta al mare. La strada è chiusa al traffico, e qui il turista può passeggiare in tutta tranquillità, godendo della vista di splendide piante rampicanti di buganvillea, coloratissime fioriere e simpatici murales. Nelle serate estive, inoltre, il centro storico ospita concerti musicali, congressi e convegni. Impossibile rinunciare ad una visita al Museo del Mare (via Savoia 57), dove sono conservati alcuni importanti reperti archeologici recuperati dai fondali marini sanvitesi, in particolar modo sul relitto della nave arabo-normanna che giace sui fondali antistanti il Faro. Sempre in via Savoia, troviamo Palazzo La Porta, nuova sede del Municipio. L’immobile risale al XIX secolo e reca in sé le principali caratteristiche dell’architettura ottocentesca, come gli splendidi pavimenti in maiolica e l’atrio in basolato. Proprio alle spalle del palazzo, un rigoglioso giardino ospita spesso mostre ed iniziative culturali. Il mare cristallino e la spiaggia bianchissima sono la splendida cornice che fa di San Vito Lo Capo una vera e propria perla del Mediterraneo.

Basti pensare che la cittadina è stata inserita fra le 300 località con le spiagge più belle d’Italia (Guida Blu ed. 2002 – Touring Club Italiano). E a proposito di mare, un’ultima ma non meno importante informazione. Anche per l’anno 2002, è stata assegnata a San Vito Lo Capo la Bandiera Blu d’Europa, per la qualità delle sue spiagge. Tutti i sanvitesi vanno fieri di questo riconoscimento, che rappresenta un ulteriore richiamo per i turisti in cerca di natura incontaminata ed una conferma dell’amore e della cura che gli abitanti e l’amministrazione comunale hanno nei confronti del territorio. Le Frazioni. “Nel contesto dello sviluppo turistico del Comune, sempre più larghi spazi si sono conquistati le due frazioni di Castelluzzo e Macari. Infatti, se è vero che madre natura ha dotato il capoluogo di uno splendido arenile, è ugualmente innegabile che le due frazioni si affacciano su un golfo e su una costa che hanno pochi eguali al mondo. Incastonate come pietre preziose alle estremità di un diadema, le due frazioni sommano alla incontaminata bellezza del mare una pace ammantata di verde davvero invidiabile. Macari, ad esempio, si è guadagnata sin dagli inizi una posizione elitaria nelle scelte residenziali, abbarbicata com’è alle pendici del monte, in faccia al gigante Cofano e a tramonti da sogno. Castelluzzo ha legato da sempre il suo nome alla produzione di un olio d’oliva meraviglioso, ma tra le pianeggianti distese dei suoi uliveti, continua a trovare piena risposta qualsiasi domanda di riposo e di agriturismo.”

Dal 1952, le frazioni di Macari e Castelluzzo fanno ufficialmente parte del territorio di San Vito Lo Capo

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